Suona ovvio ma tutto parte dall’ascolto. Che tu sia un giovane brand o una multinazionale, entriamo in sintonia attraverso il dialogo. Perché dal dialogo dipende la qualità del nostro lavoro.
E il nostro lavoro è creare idee e tradurle in progetti di marketing chiari, coerenti ed efficaci, dallo stile comunicativo inconfondibile. Capaci di emozionare, di imprimersi nella memoria e di suscitare la voglia di passare all’azione. Acquistando il tuo prodotto, certo. Ma anche credendo nel tuo brand e condividendone i valori. Ascoltando ciò che ha da dire.
Piccoli quanto basta.
Grandi abbastanza.
Per immaginare dove il tuo progetto ti porterà e per svilupparlo nei dettagli ci sediamo attorno allo stesso tavolo, con un blocco di appunti, una matita, le nostre idee e la nostra curiosità.
Nessun progetto esce dalla nostra agenzia di comunicazione prima di essere pronto a farlo. Tutto ciò che gli serve per crescere e dire la propria viene pensato e realizzato internamente, lontano da occhi indiscreti.
È da quando siamo nati, più di 30 anni fa, che puntiamo al delicato equilibrio che ci caratterizza oggi: piccoli quanto basta per essere dinamici e flessibili, e grandi abbastanza per gestire progetti complessi.
Ci mettiamo in gioco.
Come professionisti
e come persone.
Interessi, cultura, inclinazioni personali e competenze: in ogni progetto mettiamo tanto di ciò che siamo.
A volte un’idea di successo nasce da una passione personale; in una piccola, innocua mania può nascondersi la leva emotiva per arrivare alle persone.
Testardo e preciso al millimetro, ha studiato alla Scuola Politecnica di Design di Milano, dove si è appassionato alla comunicazione visiva e ha scoperto un amore smisurato per il lettering e il colore. Da bambino, invece di case e alberi, disegnava loghi. Crescendo ha fatto proprie le capacità gestionali del padre imprenditore. Allievo di Heinz Waibl e di Bruno Munari, progetta ripetendosi come un mantra una frase di quest’ultimo: "Complicare è facile, semplificare é difficile".
Tra grafica ed economia (studiate in sedi separate) la grafica ha avuto la meglio visto che è da un pezzo che fa l’art director. Suo nonno e suo figlio concordano su un fatto: per lavoro “fa dei disegni”, anche se immaginano due cose diverse. Non rivela come occupa il suo tempo libero perché coi colleghi d’agenzia si lamenta sempre di non averne. Ovviamente non è vero, e il mistero accende la nostra fantasia.
Ha studiato grafica, specializzandosi nel settore della moda, un campo che non smette di appassionarla specie se parliamo di scarpe. Appena può sfoggia un talento per il fotoritocco a dir poco sospetto. Lasciate che si metta in testa di ottenere qualcosa e potete considerarla cosa fatta. Sua figlia è convinta che faccia le pubblicità che vede affisse per strada mentre va a scuola. In effetti non ha tutti i torti.
Laureata allo IED si occupa di visual design, espressione che traduce in “tutto ciò che riguarda l’immagine”. Non aspetterà troppo a chiedervi la data di consegna di un progetto perché, sì, sulle scadenze è proprio implacabile. L’elegante postura che assume quando siede alla scrivania –invidiata da tutti in agenzia– è merito di anni di pilates.
Si occupa della parte commerciale, un lavoro niente male se provate a guardarlo dal suo punto di vista: “vendere idee facendo delle chiacchiere”. Ha studiato grafica pubblicitaria e pratica la meditazione, arte che amplifica il potere del suo sorriso. Sta ancora cercando di mettere in pratica la lezione più importante, che le diede un giorno un collega esperto: vendere sé stessi.
Pignola e testarda, si occupa di un capitolo a cui tutti guardano con timore reverenziale: l’amministrazione. Anzi: l’Amministrazione. Ha studiato ragioneria e ricorda una sola cosa a memoria, qualcosa che era solito ripetere un suo professore: “Mai fare le cose a memoria, la ragioneria non è memoria”.
Ha studiato economia e adesso si occupa di pianificare la produzione. Vale a dire, come ha spiegato a suo figlio una volta, che decide quanto costa ciò che APVD produce. In pratica si trova nella spinosa condizione di dover dare un prezzo alle idee. La sua giornata dura un numero imprecisato di ore visto che nel tempo libero corre, legge, ascolta musica e va ai concerti, gioca al fantacalcio.
È addetto alla stampa digitale, un campo nel quale non lascia correre nulla, cosa che a volte – a malincuore – è costretto a fare nella vita, come tutti. Non ringrazierà mai abbastanza uno zio a cui deve la sua capacità di aggiustare le cose, cose di qualunque tipo. In agenzia è noto per essere instancabile, di fatto non finisce mai al tappeto. Sarà perché fa pugilato?
Ha studiato grafica pubblicitaria. Vede il mondo a colori ma non è solo una questione di ottimismo: sospettiamo che il suo occhio ne percepisca di più, è un talento naturale. Sente dire che l’orgoglio è un difetto ma pensa sia tutto un colossale equivoco. Fatto sta che ha una lista infinita di cose di cui va orgogliosa.
Dire che “si occupa” di stampa digitale non rende l’idea di quanto scrupolosamente lo faccia. Ringrazia ancora chi le ha insegnato l’importanza di mettere chi viene dopo nelle condizioni di lavorare bene – è una questione di karma, dice. Ha un superpotere impossibile da descrivere con parole diverse da queste: essere ovunque. Adesso si spiega perché nel tempo libero le piaccia uscire di casa.